Ecco un altro Natale: la messa di mezzanotte, i canti tradizionali, il presepio, le luci, gli addobbi natalizi, le famiglie riunite, gli auguri, i cibi succulenti, gli abiti eleganti….
Tutte cose sacrosante, ma è questo il Natale?
Certo, anche questo ne fa parte! Ma non è solo questo; almeno non lo è per il credente, per chi si è messo alla sequela del Maestro, per chi vive da Figlio di Dio.
Allora che cosa è il Natale? È una domanda che potrebbe avere tante risposte…
«Ecco un segreto – scrive san Bernardo- certo il Signore è eccelso, sublime, ma non ci viene proposto in questa forma. La sua grandezza è oggetto di lode, ma non può essere imitata… Se ci venisse proposta la grandezza, cosa non farebbero gli uomini per salire fino ad essa… Sgomiterebbero con violenza, si calpesterebbero crudelmente. Striscerebbero impunemente per terra, userebbero mani e piedi per issarsi in alto, e per essere in grado di camminare sulla testa dei vicini».
Con il Natale Dio si è rivelato all’uomo attraverso il corpo di un neonato: nella debolezza, nella fragilità, nella vulnerabilità, nella totale dipendenza dagli altri.
È da qui che tutto parte anche per noi.
Quando abbiamo il coraggio di diventare piccoli, di accogliere la nostra debolezza, la nostra fragilità, la nostra vulnerabilità, la nostra condizione di creatura dipendente, persino il nostro peccato, è allora che possiamo incontrare il Dio che viene, il nostro Redentore, il nostro Salvatore…
Ed è Natale!
La nostra umanità scalpita di fronte a ciò che suona come umiliazione, come abbassamento, come cedere il posto, come far spazio all’altro, eppure, scrive ancora san Bernardo «occorre che l’uomo si aggrappi a questo Dio che lo abbassa e collabori con Lui con tutta la tenerezza del proprio amore filiale».
Lì iniziamo a rinascere a vita nuova.
Ed è Natale!
Lì incontriamo Dio nella povertà delle nostre persone, facciamo esperienza di quel grande Amore che ci aspettava proprio lì, capace di guarirci, di consolarci, di liberarci da tutti i condizionamenti che la vita ci ha consegnato e ai quali più o meno consapevolmente ci siamo assoggettati.
Diventiamo così nuove creature, libere.
Ed è Natale!
È come quel «rinascere dall’alto» che Gesù indicava a Nicodemo. È allora che diventiamo capaci di amare un po’ di più anche gli altri, così come sono, gratuitamente, senza volerli cambiare: siamo in grado di amarli nelle loro miserie perché sappiamo che proprio lì c’è Dio.
Ecco che ci scopriamo essere un po’ simili a Dio, a Sua immagine e somiglianza, così come ci ha creati. Ci troviamo capaci ad amare un po’ più come Lui, meno egoisticamente e narcisisticamente come siamo abituati noi. Nasce la pace, la solidarietà, l’aiuto fraterno, la stima reciproca.
Ed è Natale! Ed è gioia!
«In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati nella carità, predestinandoci ad essere per Lui figli adottivi mediante Gesù Cristo» (Ef 1,4-5)
Dio si è fatto come noi, per farci come Lui.
Dio ci vuole portare tanto in alto e ci indica la strada: andare nella direzione opposta, verso il basso. Lì il Signore ci incontra e ci invita a salire con Lui, sta a noi accettare questa proposta.
Coraggio! Chiediamo al Signore che viene di aiutarci ad abbracciare la via della piccolezza e dell’umiltà per incontrarlo, per fare Natale.
Allora diremo insieme al saggio Simeone: «i miei occhi hanno visto la salvezza».
Auguri di un Santo Natale a tutti
La Piccola Fraternità Francescana
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